Controllo della pressione arteriosa nelle persone anziane

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L’ipertensione (nota anche come pressione alta) è uno stato patologico in cui i livelli di pressione arteriosa a riposo risultano costantemente superiori alla norma.
In termini numerici, una persona soffre di ipertensione (cioè è ipertesa), quando:

  • La pressione arteriosa massima (o pressione sistolica) supera “costantemente” il valore di 140 mm/Hg.
  • La pressione arteriosa minima (o pressione diastolica) supera “costantemente” il valore di 90 mm/Hg;

L’ipertensione è una condizione subdola, in quanto, a dispetto delle gravi complicanze a cui può dare origine, è quasi sempre asintomatica, cioè priva di sintomi. Età e ipertensione sono connesse tra loro, ma il loro rapporto varia a seconda che si considerino i giovani, gli adulti e gli anziani.

In passato, i medici descrivevano l’ipertensione come una malattia fortemente legata all’invecchiamento.
Oggi, dopo anni di studi approfonditi, le conoscenze in merito all’ipertensione sono migliorate e i medici sono giunti alla conclusione che il rapporto consequenziale età avanzata-ipertensione non è più così esclusivo come si credeva. Infatti, se un leggero incremento pressorio (10-20 mmHg) è tutto sommato accettabile e giustificabile per via dei naturali cambiamenti indotti dall’invecchiamento, altrettanto non può dirsi per incrementi maggiori, sui quali sembra che incidano fattori aggiuntivi. In altri termini, l’invecchiamento comporta sì un aumento della pressione arteriosa, ma questo aumento non è così marcato, salvo non incidano altre componenti.

Da quanto evidenziano numerose ricerche, l’ipertensione è spesso associata a problematiche di sovrappeso e obesità, dovute al pericoloso binomio tra alimentazione scorretta e mancanza di attività fisica.
In età adulta, se lo stile di vita è all’insegna della buona salute, la pressione arteriosa tende a rimanere uguale al valore raggiunto al 18esimo anno di vita circa.
Purtroppo, però, è un dato di fatto che molte persone adulte faticano a controllare certi cattivi comportamenti (es: fumo di sigaretta, sedentarietà, troppo sale nella dieta ecc.), complici tanti motivi, tra cui stress lavorativo, poco tempo per cucinare o praticare attività fisica ecc., e sono vittime di aumenti pressori più o meno marcati.

Negli uomini adulti, questi aumenti della pressione arteriosa riguardano soprattutto i soggetti di 35-40 anni; nelle donne adulte, invece, interessano prevalentemente i soggetti di età superiore ai 45-50 anni, ossia dopo quell’evento tipico del sesso femminile chiamato menopausa.
Se nelle persone anziane l’aumento pressorio riguarda soprattutto la cosiddetta pressione massima (o sistolica), nelle persone adulte dai 20 ai 55 anni l’eventuale incremento pressorio interessa sia la pressione massima che la pressione minima.

Dopo i 60 anni, ossia con l’entrata nella cosiddetta terza età o età anziana, i valori di pressione arteriosa subiscono una sorta di aumento fisiologico, soprattutto per quanto concerne la pressione massima o sistolica.
Secondo medici ed esperti, questo fenomeno è dovuto, con tutta probabilità, all’inevitabile aumento della rigidità dei vasi arteriosi che consegue i processi di invecchiamento dell’organismo umano.